immagine che simboleggia la necessità di mantenere una visione chiara

Chi sei, quando tutto cambia? Il denaro come specchio della tua trasformazione

  • Giulia Fidilio

Cambiare fa paura. Ma a volte è proprio nei momenti di transizione che abbiamo l’occasione di fare chiarezza su chi siamo e su cosa conta davvero per noi.

Quando la vita cambia — il lavoro, una relazione, il contesto in cui ci muoviamo — anche il nostro modo di pensare e usare il denaro cambia con lei.

Il denaro, in questi momenti, non è un messaggio da decifrare, ma un indicatore concreto: ci mostra dove siamo allineati con i nostri valori… e dove invece ci stiamo adattando o proteggendo.

In questo articolo ti racconto una parte del mio percorso personale, e condivido alcune riflessioni e domande utili per orientarti quando tutto - dentro e fuori - sembra cambiare.




Chi sei, quando tutto cambia?

Ci sono momenti in cui tutto si muove, anche se tu vorresti fermarti un attimo.
Il lavoro che sembrava stabile si trasforma, le certezze vacillano, le scelte di una vita si ridisegnano sotto i tuoi occhi.

A me sta succedendo proprio ora.

Dopo 17 anni, sto chiudendo la società di commercio all'ingrosso che ho fondato con mio marito, in ambito industriale. Una società che ha fatto parte della mia storia, della mia identità, e anche del mio reddito dal 2008 fino ad oggi.

Rinuncio a un compenso fisso di tutto rispetto. Ma anche a un ruolo che mi ero scelta, un'etichetta nella quale mi riconoscevo: quella di Imprenditrice.

Lo faccio perché, dopo tanti anni e dopo aver appreso moltissimo, non trovo più stimoli in quell'ambito. E perché ho scelto di liberare tempo, spazio ed energie per dedicarmi completamente alla mia altra carriera, come libera professionista della formazione in ambito di finanza personale e di coaching.

E mentre tutto - dentro e intorno a me - si muove, continuo a farmi una domanda:

“Chi sono, se non sono più quella?”

E devo ammettere, mio malgrado, che da qui in avanti essere "solo" una libera professionista mi brucia un po'. Ero così orgogliosa di ciò che avevamo costruito io e mio marito, solo con le nostre forze, conquistando quote di mercato in un settore in cui ci scontravamo con grandi gruppi. Mi riconoscevo in questo ruolo a cui ora devo rinunciare.

Per scelta, certo, ma è una scelta inevitabile se voglio davvero concentrarmi su me stessa e la mia attività e mantenere una certa qualità della vita. Non voglio certo vivere per lavorare!

E quindi sto facendo i conti con il fatto che lascio andare una parte importante della mia identità, della mia storia professionale, della mia sicurezza economica.


Denaro e identità: una relazione invisibile ma potente



Dico sempre che il denaro è uno strumento. È anche una lente, un filtro.
Infatti il modo in cui guadagni, spendi, eviti, accumuli o ignori i soldi racconta una storia. La tua.

  • Cosa ti è stato insegnato da bambina/o?

  • Quanto ti senti libera/o di scegliere?

  • Cosa ti spaventa quando pensi ai soldi?

Tutto questo, e molto altro, è già dentro il tuo modo di gestire il denaro. Il denaro è uno specchio.


Sai chi sei, quando le cose cambiano? Quando senti che la terra ti frana sotto ai piedi?


Quando perdi un lavoro, chi sei?
Quando rinunci a un ruolo o a un'etichetta perché comincia a starti stretta, chi sei?
Quando guadagni di più, pensi di meritarlo oppure trovi il modo di sabotarti?
Quando dici “no” a una spesa inutile, sai a cosa stai dicendo “sì”?

Ogni volta che cambia qualcosa fuori, cambia anche il tuo modo di pensare a te stesso/a.
E il denaro diventa un punto di accesso per osservare ciò che si sta muovendo dentro.


“Piccolo io” e “Grande io” (e perché conta riconoscerli)



Questo è un concetto che arriva dalla filosofia buddista, e che ho imparato grazie a una persona molto speciale per me: Tiffany Pesenti, amica del cuore e grande esperta di Personal Branding.

  • Il piccolo io agisce spinto da paura, bisogno di approvazione, confronto, ego.

  • Il grande io si muove nella fiducia, nella visione, nell'allineamento valoriale e nel desiderio di contribuire.

Da quando Tiffany me ne ha parlato, mi chiedo spesso, nella vita e nel lavoro: "Questa scelta l’ho presa da piccolo io o grande io?"

E se mi accorgo di aver scelto qualcosa dettato da paura, scarsità e bisogno di approvazione, corro subito ai ripari chiedendomi: "Cosa farebbe grande io?".

Mi aiuta a mettere le cose in prospettiva. A ricordare ciò che conta davvero.

Nel mio caso, mi sono presto resa conto che aggrapparmi alla mia etichetta di Imprenditrice è stata una scelta dettata dalla paura, dalla scarsità (rinunciare a un compenso importante) e dall'ego (rinunciare al titolo e al prestigio).

Stavo lasciando che fosse piccolo io a decidere!


Le 3 domande per ritrovarti nei momenti di transizione

Scrivile, rispondile. Tornaci sopra. Anche se fanno un po’ male.

  1. Questa decisione la sto prendendo dal mio piccolo io o dal mio grande io?

  2. Cosa voglio davvero, oggi — non ieri, non domani?

  3. Che realtà contribuisco a creare con ogni scelta economica che faccio?



Ogni euro, ogni scelta, ogni "sì" o "no" è un pezzo di te


Spesso pensiamo che le scelte economiche siano razionali. In realtà sono profondamente emotive.

E ogni volta che qualcosa cambia nella tua vita, il tuo modo di gestire il denaro ti mostra in che direzione stai andando.

Puoi usarlo per ritrovarti.
Per ridisegnare la tua vita da un luogo più autentico.
E per riconoscere quella voce dentro che sussurra: "Ora sei pronta/o."

Spero che questo articolo ti sia utile, se anche tu stai attraversando un cambiamento o stai lasciando andare qualcosa nella tua vita.


Giulia

0 comments

Sign upor login to leave a comment

Già iscritt@ alla newsletter?